Numquam

Numquam

 

Non sarò primo né ultimo.

Va bene.

Ma se avessi saputo

che è questa la vita

non avrei ragionato così.

 

I tempi avrei osservati

della semente e della raccolta, stagioni

aspettate, umile e prono.

 

Avrei atteso che il riccio s’aprisse,

che il ghiro assopisse,

raggianti colori

e l’arnia che ruota nel cielo.

 

C’è nebbia oramai

e poetare è follia.

 

Di voi non saprò.

 

Stanche, stracciate

vaneggeranno le vele

d’Ulisse per mare.

Rognoso

spelerà Argo la schiena,

animale infelice.

 

Calmatevi oh voi santi ché poche

avete preci e suppliche a noi.

 

Padre santo,

tuo figlio sta qui. Raccogli

pietoso

i suoi vani baleni perché

li bisbigli neri grani sofferti

di rosari ossessivi.

 

Insegnagli il sonno

e la pace e l’amore

che numquam vidit.

 

14-03-2011

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