Lineamenti di Antropologia Analitica: Quaderni per un nuovo sapere

Quaderni per un nuovo sapere

 

Il titolo Lineamenti di Antropologia analitica è sicuramente esagerato per degli appunti.

Tutt’al più, si sarebbero dovuti denominare, in dettaglio, Materiale per un’ipotesi di un nuovo sapere.

Ma è una provocazione voluta.

Un ricercatore del XXI sec. si rende conto benissimo che quasi nessuno si interessa con dedizione e approfondimento alla cultura del passato, in specie alla filosofia e alla letteratura e che, nello stesso tempo, pochi sanno dove inizia e dove finisce l’ambito di discipline moderne quali la sociologia, la psicologia, l’antropologia. Molti hanno imparato una generica scienza, pochissimi studiano i campi specialistici.

Non si può negare che siano state elaborate teorie innovative e siano state realizzate “macchine” tecnologicamente sofisticate, impensabili fino a pochi decenni fa. Ma proprio queste immediate considerazioni rendono più necessario un sapere unitario poiché tutta la conoscenza resta frammentata oltre che patrimonio e privilegio di pochi. Dunque, dobbiamo confrontarci con saperi molto complessi e “la sintesi” è ipotizzabile unicamente con il lavoro congiunto di più operatori di alto profilo.

Ancora più problematica è l’attività dello storico che si trovi a trattare di un periodo che, partendo dal 1848 ad oggi, ha una specificità tale da renderlo incomparabile con epoche precedenti. Quando mai in passato si è parlato di storia del mondo? Quando mai l’economia di una nazione è dipesa totalmente dalle risorse e da un traffico internazionale di merci e di denaro? Quali mezzi di produzione e quale benessere possono essere commisurati a quelli attuali? Quale violenza è stata simile a quella della prima metà del secolo scorso, che si mantiene ancora inalterata nelle logiche politiche delle nazioni? etc.

In tale processo di globalizzazione, meno che mai ci si può interrogare sui pericoli che incombono sulla nostra salute. Ancor più sulla manipolazione delle coscienze.

In ciò consiste la ragione per cui un ricercatore può semplicemente lavorare con un quaderno di appunti.

In questi Lineamenti ho cercato di impostare e coniugare il superamento della filosofia con l’esigenza di elaborare criteri metodologici oggettivi per un ripensamento della nostra storia e, in particolare delle nostre istituzioni. Né mi è stato possibile dimenticare antiche questioni: mi sono ulteriormente domandato, alla luce dell’oggi, quale scopo, quale senso, quale significato abbia l’uomo.

Ho definito l’ambito di tutto questo travaglio in fieri “Antropologia”. Se poi ho aggiunto “analitica”, si deve al fatto che la personale formazione storico-filosofica mi richiamava, non senza ragione, ad una ricerca epistemologicamente corretta.

Facendo conoscere queste prime pagine del mio quaderno, mi auguro che alcune considerazioni possano essere ritenute un punto di partenza e, in questo senso, costituire effettivamente una specie di Introduzione per un’opera di “chiarimento generale” che l’uomo del XXI sec., naufrago e devastato, chiede più che mai ai “nuovi sapienti”.

 

19-04-2011

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