Lineamenti di Antropologia Analitica: Come si è

Come si è

 

Gli uomini si distinguono:

– per coscienza

– per modo di agire

– per i fini che perseguono

– per “l’opera” che lasciano in eredità.

Questi quattro elementi rappresentano la “ragione”, il logos, dell’ex-esistere in società.

È possibile comprendere ciò assumendo tre assiomi, che costituiscono un unico atto:

  1. a) Ognuno è “ciò che pensa”, ossia “è” il suo rendersi conto del suo stato reale.
  2. b) Ognuno “fa” il suo stato e non si può sottrarre alle proprie scelte.
  3. c) Sono=Penso=Opero è l’identità dialettica, da cui si deve partire per ogni possibile indagine.

Da cui scaturisce questo risultato:

– chi compie azioni miserabili pensa in maniera miserabile e fa ciò in quanto vive in una miseria sociale generalizzata.

1- L’incomparabilità del fare
Quando non “si esiste” semplicemente, quando non si è soltanto un dato anagrafico, allora è più che mai opportuno stabilire verso quale “realtà” si vuole “condurre” il proprio essere e individuare gli ostacoli che bisogna rimuovere.
Se ognuno può essere “ciò che è”, significa che ognuno è programmato per compiere certi e non altri atti, dove per altri si deve intendere azioni superiori alle proprie capacità. Nessuno può andare al di là di ciò che è. È indubbio, d’altro canto, che bisogna considerare se ciò che “ognuno è” corrisponda adeguatamente a ciò che ognuno è costretto ad essere.
Il “grado” è, così, la rappresentazione storica di ciò che ognuno fa del proprio esistere in una condizione data.
Ciascuno di noi è unico, diverso da ogni altro essente, irripetibile. Ma questa unicità dà soddisfazione se è “incomparabile”, se esprime atti che testimoniano questa unicità.
Appunto in questo quadro, compito dello Stato e della sua magistratura (da magister […]) è salvaguardare e utilizzare le possibilità dei cittadini, difendendoli da ogni prevaricazione e abuso.

2 – La borghesia
La condizione gerarchica è incompatibile con la società borghese, perché il profitto mercificatorio porta le nature “povere” a creare istituzioni che disprezzano e ostacolano il talento e la libera affermazione. In altre parole il borghese intende l’essere come merce. Come merce vengono acquistate le capacità e il valore individuali.
L’uguaglianza predicata dal borghese è puramente formale, in quanto lui, che storicamente l’ha predicata per liberarsi dalle catene dell’aristocrazia feudale, la deve combattere per mantenere una concreta disuguaglianza interna e necessaria al proprio sistema di profitto. Un sistema di profitto si ha nel generale mondo delle cose: il mondo reificato.

 

21-02-2011

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