La ninfa
Andrò a morire da solo
in monti miei, immaginari,
dove giocano ninfe
dai denti d’avorio;
i capelli
fluenti, neri, confusi.
Hanno gli occhi sperduti
colpiti da vite deluse:
tentano amori appaganti. E le guardo
nel calmo riposo
il viso porgendo
a carezze zeffìree,
che diedi e non ebbi. Peccato.
Gli elfi girano allegri
tra dilemmi di piante e animali
a te che venuta dal vento
ragnatele pongo sul capo.
Danzano lievi e furtive
mille farfalle e al profumo
gregoriane delizie mi danno.
Voli fluenti
degli esseri azzurri
scherzosi
portano suoni e sussurri.
Dolce
porgimi il fianco:
immergerò
in labbra odoranti
aspettando
che tu
dica basta.
14-03-2011
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