Elisabeth
Elisabeth,
tu certo non saprai
questa insana indifferenza
che mi porto come un male
da sempre.
Tu non sentisti
una chitarra di sera
spaventare i pensieri
e pensavo che allora
solo i tuoi occhi
mi restassero amanti.
Quelle sere odorose
ancora di freddo
mi porgevi alle labbra
un sapore di miele
e di mandorle amare.
Se amo te sola
è perché t’ho perduta
con il canto del gallo.
All’alba la vita
è un mercante che grida
che un sogno è un sogno
e un sorriso ai pensieri
lo porta la notte, soltanto.
Andavamo
per chiese remote
a sentire i miei intenti
come un freddo martirio
suonare lamenti
su organi antichi.
Nessuno, mia Elisabeth
nessuno può amare.
Puoi dare alla carne
fremiti e morsi,
puoi stare sfinito
con gli istinti contenti.
Ma amare?
Amore sei tu,
nei giorni che sei
segnata di tempo,
quando senza volermi
mi chiedo:
tu sei pace e carezza,
sei ciò che non ho
che nessuno mi ha dato.
14-03-2011
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