La Scuola di Mileto
Anassimandro
Mileto, c.a. 610 a.C. – 546 a.C.
La “superiore” speculazione di Anassimandro ha portato alcuni a ritenere che egli sia da considerare il vero fondatore della Scuola di Mileto. Ma il suo procedere filosofico presuppone un periodo di convergenza e dipendenza da Talete, dal quale si distaccò, con molta probabilità, in seguito alla prevalente attività di astronomo e di geografo.
La separazione avvenne allorché mise in discussione la scelta dell’udor come archè contrapponendogli non un “altro” elemento naturale, ma un elemento naturale “non determinato né determinabile” (nell’accezione greca un “fùsin àpeiron”). Tuttavia dovette ben presto accorgersi che i due termini si escludevano a vicenda, giacché l’archè, se inteso ilozoisticamnte, era sicuramente definibile e definito. Il suo pensiero si concentrò, di conseguenza sull’ “àpeiron” stesso, inteso come un “qualcosa” di cui non si può scorgere né dare un limite concettuale definito. L’aggettivo àpeiron fu sostantivato: divenne l’“Indeterminato qualitativamente infinito”.
Dell’interrogarsi di Anassimandro su questo tema ci resta un solo frammento, che è da ritenere una delle gemme più preziose della filosofia degli inizi. In una proposizione è miracolosamente racchiuso tutto un grandioso pensiero compiuto. Esso afferma questo:
“Da ciò da cui si generano tutte le cose in ciò è anche la loro distruzione, (e ciò avviene) secondo necessità, poiché esse pagano l’una all’altra la pena e l’espiazione dell’ingiustizia secondo l’ordine del tempo”. (Simpl., De physica 24,13).
Si nota chiaramente in che misura Anassimandro si sia abbondantemente distaccato da Talete. Il principio naturale si è definitivamente tramutato in “principio razionale efficiente” e nessun elemento della physis (acqua, terra, fuoco, aria) può spiegare quello che è implicito nel mutare delle cose, “da ciò …. in ciò”, tanto più perché il “ciò” si lega a considerazioni assolutamente nuove quali: “pagano […] l’una all’altra […] necessariamente […] la pena […] e l’espiazione […] dell’ingiustizia […] nel tempo che è stabilito […].
Ordine[…], distruzione […], sono nozioni che vanno “oltre” un sistema di riferimento naturalistico. Essi implicano un quoziente non indifferente di “extra” che è “altro” dalla materia, quasi annunciando il futuro Logos, di cui ha molte caratteristiche.
Esso si espande e rientra in sé, secondo un ordine rigoroso, e nessuna cosa che viola tale ordine può rientrare nella dimora primigenia, se prima non abbia autoripristinato in sé o in quello che a sua volta ha generato, l’ordine. E quest’ordine è sicuramente immanente perché “immanentizzato” da Altro, che diversamente (e qui è il nucleo del sistema di Anassimandro) non potrebbe definirsi Apeiron.
In questo totale determinismo del Tutto (e si badi, anche della parte), la “libertà senza scopo” è concepita come colpa-espiazione, poiché solo l’ordine è giustizia, dunque ordine inviolabile, riproposizione di ciò che è fondamentalmente razionale.
La giustizia è così profondamente e duramente “interna” al divenire, ché tutto è pagato “al di qua” e mai “al di là” dell’esistenza, per il modo stesso in cui la natura è stata organizzata e, in un certo senso, voluta.
La colpa dei padri, non espiata, è pagata dai figli, essendo l’ingiustizia semplicemente “disordine” e, fin quando l’inessenziale non è superato, il tempo e la ragione non sono ripristinati.
Bisogna aggiungere, per chiarezza, che alcuni hanno preteso di indicare nella “permanenza in un aspetto particolare dell’Essere” il significato di ingiustizia, ma ciò è una forzatura evidente, dovuta all’interpretazione del frammento di Anassimandro alla luce della successiva dottrina eraclitea dei contrari. Così come non è accettabile l’interpretazione dell’“ingiustizia come “un permanere forzato e quasi dispettoso dell’ente” contro l’essere-circolare, giacché vanificherebbe la stessa forza della necessità e dell’ordine del tempo, come li intende Anassimandro, che non unifica ma, ragionevolmente, giustifica la complementarità dei due volti (ordine ed espiazione) della Giustizia.
L’apporto significativo che Anassimandro diede al sapere filosofico è così sintetizzabile:
– L’Essere è un procedere circolare in cui inizio e fine rappresentano un unico stato;
– Tale circolarità non può che esplicarsi se non come circolarità di tempo e di ordine;
– L’ordine, una volta posto, si autoregola assorbendo il disordine nel tempo stabilito;
– Il disordine è geneticamente pagato dagli enti che lo producono;
– Tutto accade in misura rigorosamente determinata (determinismo e fatalismo);
– Circolarità, determinismo e fatalismo sono identiche connotazioni della giustizia dell’àpeiron;
– La giustizia, poiché appartiene all’àpeiron, è posta nella natura dall’àpeiron.
È giusto, perciò, convenire che Anassimandro, primo fra tutti i filosofi, riconobbe l’archè non solo come inizio-fine, ma come fondamento (ordine) e sostanza (giustizia), basati su un In-sé (àpeiron) che diviene Per-se (Natura) dando al pensiero i presupposti del “criterio logico di trascendentale”, che fa della sua filosofia, insieme al più complesso pensiero di Eraclito, una delle pietre miliari del pensiero occidentale.
In merito all’affermazione di alcuni, secondo cui si vuole che egli abbia prefigurato una teoria dell’evoluzione in senso darwiniano, è utile riflettere sulla testimonianza di Teofrasto che sottolinea l’idea di Anassimandro sulla “pochezza” dell’uomo “così com’è”, piuttosto che sulla sua presunta forza:
“Afferma, inoltre, che in origine l’uomo nacque da animali di specie diversa dalla propria […], visto che gli altri animali trovano subito, da soli, il cibo, mentre soltanto l’uomo ha bisogno di essere allevato per lungo tempo. Per cui l’uomo, in principio, non sarebbe stato in grado di sopravvivere se fosse stato allora così come adesso” (D-K, framm. 10).
Semmai, questi pensieri sull’origine dell’uomo sono da confrontare con il convincimento, più volte ribadito, che “l’estinzione, già molto prima della nascita, avviene da indefinito e lunghissimo tempo, a causa del fatto che tutto avviene ciclicamente” (Idem).
21-02-2011
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