Anassagora di Clazomene
Clazomene 500/497 – Lampsaco 428
Le stesse preoccupazioni di Empedocle sembrano essere alla base della ricerca di Anassagora: coniugare l’essere immobile col divenire delle cose. Anch’egli, come Empedocle, parte dalla nota conquista parmenidea ed afferma:
“Nessuna cosa nasce e muore, ma a partire dalle si ha il comporsi e il dividersi. Così dovrebbe dirsi: il nascere e il morire i>”.
Quest’ultimo fatto è, come evidente, inverso al sistema di Empedocle il quale individuava nella divisione (Neikos) il carattere della genesi degli enti. Diversamente, ancora, da Empedocle, che aveva ritenuto sufficienti quattro elementi fondanti (fuoco, acqua, terra ed aria) Anassagora evidenzia che un numero limitato di elementi porta a limitate combinazioni, mentre nella natura sembrano esisterne infinite. Pose, pertanto, infiniti elementi, “semi” (spermata), alla base del processo della “nascita”, aggiungendo che in ogni seme, anch’esso infinitamente divisibile, erano contenute tutte le infinite possibilità delle cose.
Che questi semi o “omeomerie” (così denominati da Aristotele e da Lucrezio) non possano avere né limite quantitativo né qualitativo è dimostrato dal fatto che la divisione all’infinito porterebbe al niente e questo “non è possibile dirlo né pensarlo”, secondo il teorema fondamentale di Parmenide.
Poiché in ogni seme è contenuto tutto, la specificità delle forme è data dal fatto che, nei semi, una qualità sia prevalente nell’insieme infinito. Così, se mangiamo carne crescono ugualmente peli, unghie, sangue e corpo e lo stesso avviene quando mangiamo pane o altro alimento.
Resta da chiarire, al solito, chi o cosa aggrega “semi simili per qualità prevalente”. Anassagora ipotizza che non sono due forze immanenti, come in Empedocle, ma un elemento sottile ed intelligente: il Nous.
Tale Nous non crea liberamente le forme, azione impossibile nell’immutabilità dell’Essere, ma semplicemente le organizza secondo la loro preesistente omogeneità: un ruolo tipicamente fisico e materiale, che rende non lecita l’individuazione del Nous come Causa prima (o simile a Dio della religione, così come indebitamente detto da alcuni). Grossolanamente possiamo dire che il Nous è come un computer che organizza dati di cui non “capisce” il senso compiuto: un’intelligenza artificiale, se vogliamo.
Al di là di queste aporie, Anassagora fu salutato come un innovatore da Aristotele:
“Chi affermò che, sia negli animali sia anche nella natura, c’è un Intelletto, che è causa dell’ordine e dell’intera costruzione, apparve come un sobrio in mezzo a degli ubriachi, il solo assennato rispetto a coloro che in precedenza avevano parlato alla ventura” (Metafis. A 3).
21-02-2011
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