Autunno a Grimaldi
Scruto in lento respiro varie stelle di terra
luci stanche che a notte
in paesi lontani riposano lievi,
o mio luogo, o mio stare.
Vegli tu come ieri, sempre ombroso e non fiati,
con il cielo perplesso
dell’autunno invernale che già spezza le ossa
nei vicoli vuoti.
Non serve importuno un segno severo
che ammonisca la vita.
Non conosco redento alcun giorno se porta
rintocchi funerei.
Stiamo insieme perciò, sillabari sgualciti
che non s’usano più
o migranti canzoni, buone sempre alle feste
di memorie annerite.
23-02-2011
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