Non c’è un solo episodio della vita di Gesù che sia stato riportato dai Vangeli “allo stesso modo”. Dalla nascita, alla famiglia, al battesimo, alla predicazione fino al processo, alla crocefissione e alla morte, tutto è narrato con vistose varianti che ne inficiano “la storicità”.
Senza dimenticare che alcuni dei fatti raccontati dagli evangelisti e da altre fonti potevano essere noti al solo Gesù, che non sembra aver indugiato molto su questo tipo di narrazione,
Allora non possiamo sapere niente di certo su Gesù e arrivare perfino a negarne l’esistenza?
Quest’ultima posizione mi sembra insensata. Chi ha dimestichezza con la letteratura deve convenire che il personaggio e sempre inferiore all’autore. E’ l’autore che crea il personaggio e non viceversa. Se Gesù è stato inventato, chi l’ha fatto deve essere stato un uomo eccezionale, perché tale è il prodotto.
Non esiste però alcuna fonte che ci attesti l’esistenza di cotanta mente sotto Tiberio imperatore, mentre se volessimo riferire, ad esempio, la paternità creativa all’apostolo Pietro o a qualche discepolo, sui quali poggia anche la legittimazione di Paolo di Tarso, cadremmo nel grottesco, essendo riconosciuto dagli stessi Vangeli come essi fossero “duri di mente”, verso i quali più volte Gesù stesso esprime una risentita constatazione.
Che poi Gesù sia stato “inventato” dagli evangelisti è insostenibile, data la loro stessa anonima esistenza, segno tra l’altro di poca considerazione personale anche presso i cristiani.
Prendendo atto che Gesù è esistito in un periodo ben precisato, è un fatto che i racconti a noi pervenuti risultino pieni di contraddizioni, di evidenti esagerazioni, di travisamenti e dettati da precisi fini interpretativi a cui la narrazione è stata opportunamente adeguata.
Tutta questa congerie di manipolazioni comunque non può avere totalmente distrutto la verità su Gesù. Dobbiamo accettare la regola secondo cui le “manipolazioni” di uno stesso fatto confermato indirettamente il fatto.
In effetti, se a pochi decenni dalla morte di Gesù, si verificarono aperti dissensi tra le comunità cristiane e questi dissensi si ricapitolarono in diversi racconti all’interno delle stesse “chiese” cristiane, ciò conferma che i fatti non siano stati inventati di sana pianta per cui dovettero convivere con eventi certi, con testimoni oculari e con una preminente tradizione orale. Perciò, per quanto sia difficile, la “storicità” deve essere sapientemente divisa dai racconti fantastici e la “coerenza” del messaggio di Gesù dovrebbe portare a scartare quanto gli fu arbitrariamente attribuito.
Proprio per tutte queste questioni è scaturita la seguente ricerca, con la quale intendo dare delle risposte ovviamente a me stesso e che ritengo di aver condotto con tutta l’onestà possibile, senza preconcetti.
Grimaldi, marzo 2015
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