Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?
Tutto ciò che si è scritto su Gesù deriva ad alcuni da una certezza, ad altri da un rifiuto: la sua resurrezione.
Occupiamoci di coloro che alcuni decenni dopo ci parlarono sotto forma scritta del Gesù risorto.
Se prima Marco e poi gli altri non fossero stati convinti su questo avvenimento, non avrebbero scritto alcun Vangelo. E chi ha convinto lui e gli altri dette a tutti sufficienti prove. Tanto che ne fecero motivo di racconto per i posteri.
“- Dov’è quel Galileo che venne a Cafarnao, amico della famiglia di Simone? Quel giovane che predicava il Regno di Dio e guariva i bisognosi?
– È morto crocifisso a Gerusalemme!
– Poveretto …
– Ma è risorto, ti giuro che è risorto!”
Questo il dialogo che è sottinteso ai vangeli, al loro entusiasmo, alle loro fantasie, alla loro fiducia.
Nelle Lettera ai Corinzi Paolo lo dice espressamente e diffusamente e chi non conosce questo scritto non può comprendere il sorgere delle comunità gesuane.
Dice Paolo:
“A voi infatti ho trasmesso, anzitutto, quello che anch’io ho ricevuto, cioè
che Cristo morì per i nostri peccati secondo le Scritture
e che fu sepolto
e che è risorto il terzo giorno secondo le Scritture
e che apparve a Cefa e quindi ai Dodici.
In seguito, apparve a più di cinquecento fratelli in una sola volta: la maggior parte di essi vive ancora, mentre alcuni sono morti. Inoltre, apparve a Giacomo, e quindi a tutti gli apostoli. Ultimo fra tutti apparve anche a me…
Ora, se si annuncia che Cristo è risorto dai morti, come possono dire alcuni tra voi che non vi è risurrezione dei morti? Se non vi è risurrezione dei morti, neanche Cristo è risorto! Ma se Cristo non è risorto, vuota allora è la nostra predicazione, vuota anche la vostra fede.
Noi, poi, risultiamo falsi testimoni di Dio, perché contro Dio abbiamo testimoniato che egli ha risuscitato il Cristo mentre di fatto non lo ha risuscitato, se è vero che i morti non risorgono… Perciò anche quelli che sono morti in Cristo sono perduti.
Ora, invece, Cristo è risorto dai morti, primizia di coloro che sono morti…Ognuno però al suo posto: prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo. Poi sarà la fine, quando egli consegnerà il regno a Dio Padre, dopo avere ridotto al nulla ogni Principato e ogni Potenza e Forza… Però, quando dice che ogni cosa è stata sottoposta, è chiaro che si deve eccettuare Colui che gli ha sottomesso ogni cosa…E quando tutto gli sarà stato sottomesso, anch’egli, il Figlio, sarà sottomesso a Colui che gli ha sottomesso ogni cosa, perché Dio sia tutto in tutti.
…Se davvero i morti non risorgono… perché noi ci esponiamo continuamente al pericolo? … Se i morti non risorgono, mangiamo e beviamo, perché domani moriremo.
Ma qualcuno dirà: Come risorgono i morti? Con quale corpo verranno? … Vi sono corpi celesti e corpi terrestri, ma altro è lo splendore dei corpi celesti, altro quello dei corpi terrestri … è seminato nella corruzione, risorge nell’incorruttibilità; è seminato nella miseria, risorge nella gloria; è seminato nella debolezza, risorge nella potenza; è seminato corpo animale, risorge corpo spirituale.
… Il primo uomo, tratto dalla terra, è fatto di terra; il secondo uomo viene dal cielo. Come è l’uomo terreno, così sono quelli di terra; e come è l’uomo celeste, così anche i celesti. E come eravamo simili all’uomo terreno, così saremo simili all’uomo celeste. Vi dico questo, o fratelli: carne e sangue non possono ereditare il regno di Dio, né ciò che si corrompe può ereditare l’incorruttibilità. … Ecco, io vi annuncio un mistero: noi tutti non moriremo, ma tutti saremo trasformati, in un istante, in un batter d’occhio, al suono dell’ultima tromba…
Dov’è, o morte, il tuo pungiglione?”
(continua)
10-02-2014
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