La natura della conflittualità che si determinò nella famiglia di Gesù in occasione di questo viaggio è particolare.
I problemi furono squisitamente religiosi e conseguenti al fatto che le decisioni di Gesù avrebbero finito per sconvolgere l’esistenza dei suoi consanguinei [1].
Gesù, infatti, partì da Nazareth non come un cercatore di verità.
Quando lasciò la famiglia, il suo “pensiero” era ben formato. Tant’è che da lì a pochi giorni lo comunicherà ai galilei e poi a tutti i giudei, inviando ancora settanta discepoli per proclamarlo al mondo.
Il nucleo di questo messaggio è esposto dal vangelo di Giovanni in maniera tale da lasciarci immaginare di sentire direttamente Gesù e, pur se collocato nell’imminenza della cattura e della morte, è senz’altro la sintesi e l’essenza di ciò che aveva predicato in quei pochi mesi:
“Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fiducia in Dio e abbiate fiducia anche […] in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore […]. Se fosse il contrario, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto […]. Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io […]. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via.
Gli disse Tommaso: Signore, non sappiamo dove vai e come potremmo conoscere la via? Gli disse Gesù: Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se conoscete me, conoscerete anche il Padre: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto […]. Gli disse Filippo: Signore, mostraci il Padre e ci basta. Gli rispose Gesù: Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai ancora conosciuto, Filippo? Chi ha visto me ha visto il Padre. Come puoi dire: Mostraci il Padre? Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? […]
Le parole che io vi dico, non le dico da me […]; ma il Padre che è con me compie le sue opere. Credetemi: io sono nel Padre e il Padre è in me; se non altro, credetelo per le opere stesse.
In verità, in verità vi dico: chi crede in me, compirà anche […] lui, le opere che io compio e ne farà di più grandi […], perché io vado al Padre. Qualunque cosa chiederete nel nome mio, la farò, perché il Padre sia glorificato […] nel Figlio […]. Se mi chiederete qualche cosa nel mio nome, io la farò.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
Io pregherò il Padre […] ed egli vi darà un altro Consolatore […] perché rimanga con voi per sempre […], lo Spirito di verità […] che il mondo non può ricevere, perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete […], perché egli dimora presso di voi e sarà […]in voi.
Non vi lascerò orfani, ritornerò da voi. Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete […].
In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre e voi in me e io in voi. 21 Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi mi ama. Chi mi ama sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui […].
Gli disse Giuda, non l’Iscariota: Signore, come è accaduto che devi manifestarti a noi e non al mondo? Gli rispose Gesù: Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama non osserva le mie parole; la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Queste cose vi ho detto quando ero ancora tra voi. Ma il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto. Vi lascio la pace, vi do la mia pace. Non come la dà il mondo, io la do a voi. Non sia turbato il vostro cuore e non abbia timore. Avete udito che vi ho detto: Vado e torno a voi; se mi amaste, vi rallegrereste che io vado dal Padre, perché il Padre è più grande di me.
Ve l’ho detto adesso, prima che avvenga perché, quando avverrà, voi crediate. Non parlerò più a lungo con voi, perché viene il principe del mondo; egli non ha nessun potere su di me, ma bisogna che il mondo sappia che io amo il Padre e faccio quello che il Padre mi ha comandato. Alzatevi, andiamo via di qui”. (Gv 14)
È la pagina più straordinaria fra tutte le fonti antiche, la più controversa e la più chiara.
Tutto il messaggio di Gesù è qui e tutte le contraddizioni che saranno suscitate sono qui.
Avremo modo di discutere parola per parola questo passo di Giovanni, ma ora occorre che ciascuno senta questo messaggio nella stessa maniera in cui lo udirono nella sua famiglia che trovò queste parole incomprensibili e sicuramente pericolose.
Molte volte avranno cercato di dissuadere Gesù, con tutta l’apprensione che una persona cara ha per un proprio congiunto. Una cosa umana, semplice e giusta. Ma certo ad essi mancava l’intendimento e la percezione che l’esistenza di Gesù era identica a questo discorso, era queste parole.
Ed è presumibile che, quando Gesù disse loro che stava per recarsi da Giovanni, presso Gerusalemme, fosse in loro il segreto convincimento che quel viaggio fosse un beneficio e una possibilità di ravvedimento.
Quando Gesù tornò per pochi giorni a Nazareth per poi lasciarla definitivamente, gli corsero dietro e con l’ansietà di proteggerlo dissero a coloro che lo stavano ad ascoltare: “Non statelo a sentire, è fuori di sé”.
[1] Vedremo questo nel più stretto svolgimento dei fatti, nel momento in cui verrà analizzata “l’eredità del carisma, in ordine al sangue”, che sarà molto controversa nella comunità di Gerusalemme.
Per l’eredità del carisma in ordine al sangue vedi: Max Weber, Economia e società, 2 voll., Milano 1974.
27.04.2014
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