Il Regno di Dio è il rovesciamento più totale dell’ordine costituito che mai mente umana abbia concepito.
Esso in Gesù non è più un paradigma con cui misurare le istituzioni umane, ma una concreta realizzazione imminente, l’alternativa immediata alle realtà storica presente.
La sua predicazione e il suo messaggio non fanno altro che affermare: Dio è da sempre con noi, ma ora intende assumere direttamente la direzione delle vicende del mondo, non nel rapporto sovrano-suddito, ma nel più complesso rapporto padre-figli, ai quali abbondantemente ha dato e da quali continuamente è stato incompreso.
Davanti a questa decisione, si annullano e decadono immediatamente tutti i poteri costituiti, i poteri imperiali e i poteri sacerdotali. Cade il dio cieco dello stato e la mutevolezza delle leggi. Cade ogni esercito e ogni forza dell’ordine, ogni magistratura e ogni assemblea legislativa.
Al posto della società corrotta, ormai giudicata e condannata c’è la comunità dei figli della luce, che non hanno bisogno di nulla se non di collaborare col Padre nella pienezza dei tempi, vivendo in conoscenza, in solidarietà e pace.
Tutto è comune e tutto è diviso con gioia, poiché tutto è stato dato dal Padre, tutto in abbondanza.
È il tempo della serenità poiché nessun potere può più allettare la vanagloria, posto che davanti c’è l’onnipotenza stessa di Dio.
Né prevarrà la morte e il peccato poiché Dio ci ha liberati per sempre.
La promessa fatta ai profeti è diventata realtà e nella nuova società tutte le vanità che ingannavano l’uomo sono finite e con esse il desiderio insano e senza appagamento, la violenza bruta, le ragnatele della menzogna, la brama del denaro e della roba.
L’uomo, nel regno di Dio, non sa più del mondo del male in cui è vissuto, è uomo nuovo, ritornato alla sua originaria purezza, al suo antico legame col padre.
Chi è stato Cesare? E dove sono quelle misere pietre che chiamavano templi? E quegli abbigliamenti ridicoli e pomposi, quelle schiere di servi che riempivano d’orgoglio e di grandezza i padroni, quelle inutili pretese di essere più grandi e più alti su troni sempre vacillanti?
Non c’è più rumore di spada, confini che indichino proprietà, né speculazione e profitti, né burocrazia, né carceri e pene.
Tutto è finito. Il pastore ha riunito il suo gregge. Dio regna.
Nella mente di Gesù tutto è armonicamente rivisitato, tutto mutato, sterilizzato e perfino l’ira verso i figli delle tenebre è svanita.
La realtà è tutt’altro, però, e gli sopravvisse, dimostrando che il Regno di Dio non c’è, non giunge mai. Dio tace.
E Gesù che si è assunto l’incarico di annunciare il Regno deve pagare.
“Se tu sei il figlio di Dio, non ti sei arrogato il diritto di essere a capo della rivolta contro il potere costituito, di farti re e minare il potere imperiale e il potere del sinedrio? Tu hai offeso Dio e gli uomini, perché in effetti questo è il regno tuo! Sei uno dei tanti sovversivi venuto dalla Galilea, che citi a sproposito i profeti e bestemmi contro la Legge. Sei un illuso pericoloso. Non i sacerdoti devono condannarti, perché la bestemmia contro Dio la giudica Dio, ma il potere di Roma, perché sei una minaccia per l’ordine esistente, per l’imperatore e l’impero. Sei sconfitto, falso re di Israele, che volevi condurre alla distruzione”.
Le accuse politiche e religiose verso Gesù non hanno bisogno di prove perché erano le sue stesse parole testimonianza contro di lui. Dunque, un processo breve, una giustizia immediata.
E dopo la sua morte accadde ciò che nessuno prevedeva. Ciò che Gesù non poté realizzare in vita, tanto è contrario alla natura umana, ciò che i cristiani aspettavano nella loro generazione con la ridiscesa di Gesù, divenne il mito a cui si aggrapparono i rivoluzionari di tutti i secoli a venire.
Perché l’umanità vive la dura realtà della sua condizione, ma la vive se ha grandi illusioni e immense speranze.
Così, ancora una volta, il Regno di Dio, non è diventato il paradigma con cui misurare il mondo, ma il paradigma su cui gli uomini potevano darsi le illusioni che richiedevano le loro condizioni.
Gesù che, aspettato dagli apostoli e dai seguaci, non venne più in terra, spostando il suo disegno alla fine dei tempi, al giudizio universale, già pochi anni dopo doveva perdere ogni connotazione storica e umana.
Il Gesù di cui leggiamo non è mai esistito. Al suo posto c’è il mito che da lui prende sostanza. Perciò è nel giusto chi sostiene che non sapremo mai esattamente chi fosse storicamente Gesù, ma questo fa porre un’altra domanda: chi si mostra storicamente come quello che realmente è? Ognuno di quelli che chiamiamo grandi e massimi non è rappresentato da ciò che ha prodotto?
Gesù ha prodotto un’utopia che sta perennemente contro il potere e l’ordine costituito, perché in lui riposa l’idea ancora non superata di un uomo nuovo e di un Dio altrettanto diverso da tutti gli altri.
19-12-2013
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